Galvagnoland

Il sogno delle Terre del vino che ritornano a ovest.
Il primo schiaffo al professor Galvagno è arrivato proprio dal suo governo. Infatti, in concomitanza con il giro di incontri per la presentazione del suo progetto di rilancio dell?astigiano battezzato ?Enolandia?, nel suo intervento alla Camera del 18 maggio il professore si è visto costretto a interrogare i ministri delle politiche agricole e forestali Alemanno e dell?istruzione Moratti denunciando l?accorpamento dell?istituto sperimentale per l?enologia di Asti, ubicato in via Pietro Micca, a quello di Conegliano Veneto e giudicandone l?eventualità ?una soluzione gravemente lesiva degli interessi astigiani e piemontesi?.
L?operazione congegnata dall?ex sindaco di Asti prevede una proposta di legge denominata ?Valorizzazione delle Terre del vino italiano nel mondo?. La legge ha come obiettivo investimenti diretti di varia natura allo scopo di rendere tali territori efficienti e competitivi. Nei disegni del professore dovrebbe per l?appunto ad incastonarsi il progetto ?Enolandia? che ha il nobile obiettivo di rilanciare un?economia astigiana stagnante, attraverso la creazione di quel sistema mai decollato con Roero, Langhe e Monferrato che comprende quattrocento comuni e un milione di abitanti.
Purtroppo però l?inizio, come detto precedentemente, è in salita e l?esecutivo nazionale non ha dimostrato una particolare trepidazione nell?opportunità di investire nelle terre piemontesi e, in particolare, in uno dei punti cardine del progetto che prevede la creazione di un polo d?eccellenza nazionale sugli esperimenti enologici. Tutt?altro: sacrificato il Piemonte per il più manageriale e destro Veneto (già il Vinitaly di Verona lascia il sapore di una rapina subita in casa propria), dovremo riflettere se autodefinirci ?capitale del vino? sia solo un?illusione.
Effettivamente i propositi di Galvagno non sono da poco e il progetto è lodevole. Continuare testardamente a contare sull?indotto Fiat pare in questo momento a dir poco un azzardo, e puntare su un settore che obiettivamente è sottosfruttato che al contempo possiede ottimi margini di crescita è ancora più logico. Tanto più che le colline, i terreni e il clima non sono esportabili o replicabili e rappresentano una valida strategia contro la cannibalizzazione da parte delle economie orientali.
Venendo maggiormente al dettaglio, lunedì sera Galvagno ha illustrato a Villafranca nel salone Gino Gai la sua Enolandia. E? parsa chiara l?intenzione centrale di creare un sistema armonico tra tutte le zone vinicole piemontesi anche se, probabilmente per esigenze di tempo, parecchi aspetti sono rimasti con degli interrogativi. L?Onorevole ha sottolineato la necessità di vie di trasporto che colleghino i principali centri del sud-astigiano, esagerando sulla costruzione di un nuovo aeroporto da battezzare ?Terre del Vino?, quando già lo scalo di Levaldigi sarebbe meglio utilizzato come parcheggio. Inoltre nel giro di un centinaio di kilometri ci sono gli aeroporti milanesi e quelli di Torino e Genova: progetto megalomane tanto quanto il casello di Villafranca d?Asti. Probabilmente è opportuno collegare in maniera più efficiente le cittadine agli scali già esistenti, migliorando ad esempio la condizione della Asti-Casale per Milano, o il collegamento stradale di Alba con Torino.
Interessante sarebbe stato approfondire l?originale idea di creare una borsa del vino.
Il professore ha ancora insistito con la caratterizzazione del territorio, attraverso una più incisiva segnaletica stradale e la ristrutturazione delle cantine vinicole. A questo punto dubbia e incoerente la proposta di ridimensionare il dialetto piemontese: per internazionalizzare le nostre manifestazioni, magari sotto la scritta Douja basterebbe riportare sotto la traduzione in inglese e tedesco.
Naturalmente non sono mancate le scaramucce di paese con l’esponente dell?opposizione Volpe che non ha perso occasione per punzecchiare il sindaco Padovani sulla chiarezza d?impiego di denaro pubblico da parte degli amministratori locali, intevento parso fuori dai binari visto il contesto, in quanto il tema della trasparenza è sacrosanto ma differente da quello dibattuto. Stilettato anche Galvagno, al quale è stato sottolineato che con l?impegno elettorale del 2006 potrebbe perdere il suo seggio alla Camera e il tutto andare a monte. Però aldilà delle scarse possibilità di approvazione della legge, gli effetti di un progetto del genere sarebbero positivi per gli astigiani indipendentemente dallo schieramento politico promotore. Siamo pertanto in fervente attesa della controproposta della sinistra astigiana.

Ighliz

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