Appuntamento con la Vostra storia, stasera H 21 in Sala Virano
Se non vi rimane abbastanza tempo per leggere Il Partigiano Johnny gettatevi nellatmosfera addentrandovi per lo meno in qualche racconto de I 23 giorni della città di Alba, prima di assistere a La Guerra in Val Triversa, documentario della Benox Film che a grande richiesta torna in proiezione pubblica stasera lunedì 24 novembre, H 21, presso la Sala Virano di Villafranca.
Da non perdere una delle sporadiche occasioni utili a ricercare il trait dunion con i protagonisti locali di quella che Indro Montanelli etichettò senza mezzi termini e non senza polemiche Guerra civile, più comunemente definita Resistenza. Il tassello di storia scritto da consanguinei, spesso stagnante nelloblio passate sole due generazioni, viene rispolverato nel documentario dalla voce diretta dei protagonisti alle prese con la ricostruzione degli episodi bellici avvenuti a Villafranca e zone limitrofe.
Serata, dunque, che per la rilevanza del tema in oggetto risulta appetibile per tutti, Napuli compresi (senza che venga attribuito strumentalmente a questo termine accezione negativa piuttosto che goliardica). In effetti, nonostante il fondamentale ruolo rivestito nella storia del paese intero, è fatto oggettivo che la Resistenza sia geograficamente connessa al Nord e al Centro Italia, nonostante tra le fila partigiane vi fossero elementi di origine meridionale fuoriusciti dal Regio Esercito (e qui Fenoglio ci aiuta ancora).
A volere cogliere la sostanza della provocazione dellannuncio nel banner soprastante, sul tavolo sta laccusa nei confronti della generazione degli smemorati e dei disinteressati di bugia nen locali, a poco più di 60 anni, di congelamento prematuro di quegli accadimenti che ebbero e continuano ad avere forti ripercussioni sulle vicende contemporanee, nonostante la tendenza generale che vede lappartenenza a un territorio, le proprie tradizioni e le proprie vicende passate spesso radicalizzate agli estremi. Dunque, un tentativo di intraprendere il viaggio destinato a recuperare la coscienza storica dei nonni e dei padri, arma fondamentale per giudicare gli eventi del presente.
Ad arricchire il menù della serata la partecipazione di Mario Renosio e Nicoletta Fasano, esponenti dellIstituto per la storia della resistenza della provincia di Asti (ISRAT), con due rilevanti appendici: la presentazione del libro Vittime di Guerra. I caduti astigiani nella seconda guerra mondiale e, lasciando Fenoglio e tornando indietro alle crude pagine dellAnything quite on the Western Front (Nulla di nuovo sul fronte occidentale) di Remarque, o al A Farewell to arms (Addio alle armi) di Hemingway, con la mostra fotografica sulla massima catastrofe umanitaria della storia: 1914-1918 Linutile massacro corredato da immagini e tragici numeri della Grande Guerra, quali il tentativo di stima dei caduti astigiani della Grande Guerra a 4.640 unità.
LA GUERRA IN VAL TRIVERSA: RECENSIONE (Agosto 2008)
Avrebbe meritato maggiore diffusione questo documentario della Benox Film realizzato nell’aprile 2006: un prezioso salto indietro nel tempo tra il settembre del ’43 e l’aprile del ’45, il periodo più buio dell’Italia unita durante il quale il paese piombò nell’abominio della guerra civile.
Quel conflitto, così lontano negli anni, è geograficamente più vicino di quanto le generazioni venute successivamente possano immaginare. Cosa accadde tra i colli nostrani?
Ruvide scorribande di partigiani e nazifascisti, attacchi aerei, rastrellamenti e nascondigli di fortuna tra fienili e crotin: in un’atmosfera fenogliana, dalle parole dirette dei testimoni i racconti delle impiccagioni di Luigi Capriolo e Faustino Novara, i fucili di una pattuglia nazista su Domenico Tamietti, l’efferata esecuzione di Mario Grandi presso Cortandone, le mediazioni del conte Gani di Monale, i bombardamenti sull’obiettivo strategico del Ponte Grosso, la fuga dell’ex senatore Saracco sorpreso lungo la ferrovia da due velivoli tedeschi, e ancora le voci dei manovali italiani nel campo della Luftwaffe ubicato a Baldichieri. Cinquantacinque minuti per scoprire che le placide colline della Val Triversa non sono state poi sempre così placide.