Era il 1° Agosto 1987 ed una tragica fatalità si porto’ via, a soli 28 anni, Giancarlo Galazzi, uno dei punti di forza, una vera e propria colonna dei Villans dell’ epoca.
Al mare, durante le vacanze estive, in pochi centimetri d’acqua siconsumò, a causa di un probabile malore, una tragedia tanto assurdaquanto irreparabile per la sua famiglia e per l’ambiente calcistico villafranchese.
Giancarlo, giocatore eclettico come pochi altri, vestì praticamente tutte le maglie rossoblu della Pro Villafranca, esclusa quella da portiere, alla quale era legato da un amore quasi viscerale. Dapprima centrocampista utilizzato in ogni settore della zona nevralgica venne poi trasformato in terzinod’attacco con spiccate caratteristiche offensive. Proverbiali eranoi suoi traversoni dal fondo o i lanci a cambiar gioco da una parteall’altra del campo ed il tiro, potente e preciso, anche dalladistanza. Dotato di un fisico possente non esitava ad intervenire inprima persona sia sull’attaccante avversario lanciato a rete sia adifendere un compagno di squadra in difficolta’ nelle mischiefuribonde che si innescavano sui campi di provincia.
Era soprannominato Fonzie nell’ambiente perchè amava mettere in mostra il suo fisico poderoso: inimitabile ed indimenticabile quel suo personalissimo modo di gonfiare il torace se sollecitato a mostrare la sua indiscutibile potenza atletica.
Estremamente corretto, in campo e fuori, dietro a quella grinta proverbiale nascondeva una bontà d’animo infinita.
Per ricordarlo, nel 1988 i suoi compagni di squadra, alcuni dei quali avevano già abbandonato l’attività agonistica si riunirono in una formazione dedicata a lui , denominata proprio Amici di Fonzie, e parteciparono al torneo notturno di Motta di Costigliole. Partiti per onorarne la memoria con qualche dignitosa prestazione la competizione si concluse con un vero e proprio trionfo grazie ad un gruppo compatto che giunse alla finalissima con un crescendo entusiasmante. Autentico mattatore del torneo fu Josi Venturini, punta di diamante di una formazione che fece dell’amicizia e dell’unità d’intenti un punto di forza che la rese quasi irripetibile.
E’ quello che desidererei per i Villans di oggi visto che Janker quei momenti li visse in prima persona da grande protagonista. E sono certo che Fonzie approverebbe felice, con quella strizzatina d’occhio come faceva quando si andava in campo. Come fece quella notte quando alzammo il trofeo e gli dedicammo la piu’ bella delle vittorie. E Lui, ancora una volta, come sempre, ci sorrise felice.