A TU PER TU: DUE CHIACCHIERE CON…

… EDO BONOLA. L’ex campione di volley, attuale allenatore della Stella Maris, ripercorre con noi le tappe della sua carriera e ci spiega la filosofia villafranchese (intervista concessa a Gianmala)

VILLAFRANCA. Probabilmente mai una società sportiva villafranchese ha potuto disporre di una panchina così prestigiosa. Certamente questo succede alla P.G.S Stella Maris proprio nell’anno in cui ricorrono il bicentenario della nascita di Don Bosco ed il 30° anniversario di fondazione della locale polisportiva salesiana presieduta da Domenico Fumero. In panchina, infatti, siede, da tre anni, niente meno che Edoardo Bonola, per tutti “Edo”, vercellese di Gattinara ma astigiano d’adozione, grande giocatore di volley negli anni ’80. Circa 400 le sue presenze in serie A nell’arco di tredici stagioni da protagonista tra A2 e soprattutto A1 con tappe significative ad Asti, Chieti, Fontanafredda, Mantova, Milano e Bologna rappresentano il suo “palmarès” di valore assoluto. Arrivò ad Asti soltanto diciassettenne e fu subito protagonista vincendo da titolare il campionato di A2 in quella che resta la sua esperienza più emozionante anche e soprattutto per la giovanissima età. Ed Asti, con il suo palazzetto di Via Gerbi stracolmo e ribollente di tifo e di entusiasmo, gli entrarono nel cuore al punto che la nostra città fu scelta come residenza definitiva. Ricordo benissimo, da tifoso dell’allora Riccadonna le “bordate” in diagonale di quel biondino (vedi foto in azione), vero e proprio talento emergente, che strappava applausi a scena aperta pur avendo compagni del calibro di Yordan Angelov, di Raul Quiroga, del povero Pierpaolo Peru, di Magnetto, Martino e Massola che, con i giovani Berti, Gobbi, Vignetta e, appunto, Bonola, costituivano l’ossatura di quella che puo’ essere considerata la formazione astigiana più forte di tutti i tempi. Gentile e molto disponibile Edo si concede alla nostra curiosità di tifosi e di appassionati di vicende villafranchesi in merito alle tappe più significative della sua luminosa carriera.

EB – Sicuramente è Asti la città che più mi è rimasta nel cuore. Sia per i risultati sportivi e sia per come sono stato accolto decidendo poi di viverci. Milano è stata una piazza importante con la Mediolanum all’inizio dell’era Berlusconi nel momento di grande sviluppo della pallavolo. Chieti e Fontanafredda, ahimè, le più deludenti non tanto per la gente ma a causa di società inesistenti e truffaldine.

GM – Molti ricordi, immagino, anche relativamente ai grandi campioni, compagni ed avversari, incontrati.

EB – Ho avuto la fortuna di giocare con veri e propri talenti ed autentici fuoriclasse quali Anghelov e Quiroga qui ad Asti, Dvorak e Ctvrtlik a Milano, due americani campioni olimpici e mondiali veramente di un altro pianeta. E poi i vari Valtchev e Tzanov, bulgari, e Blanchard ed Hovland, americani. Ma, in assoluto, quello più impressionante è stato Ctvrlik, dal nome impronunciabile ma un autentico “computer” in campo ed una macchina inesauribile in allenamento. Un esempio per tutti.

GM – Nella storia di Edo Bonola c’è pure un certo rimpianto per un sogno non realizzato.

EB – Si, quello di indossare la maglia azzurra. Ci sono arrivato vicino vestendo quelle della Juniores e dell’ Under 21e raccogliendo 15 presenze, ma quella della Nazionale maggiore no. E’ rimasto un sogno nel cassetto.

GM – Lontano da casa giovanissimo e poi protagonista di ben undici stagioni in serie A, chissà quanti sono gli episodi curiosi ed i personaggi indimenticabili incontrati.

EB – Tantissimi legati ad Asti tra l’alloggio che abitavamo in cinque ragazzi, gli allenamenti, le feste in discoteca al Salera, la goliardìa e l’amicizia che c’era tra di noi. E poi un nome su tutti: Pierpaolo Peru, scomparso prematuramente nel 2002 a soli 44 anni. Era tutt’altro che un “personaggio”, ed era amato soprattutto per la capacità di farsi volere bene e per la sua grande serenità d’animo. Sempre positivo, simpatico, il nostro punto di riferimento. Impossibile dimenticare quando cadde dal balcone del primo piano in giardino gridando “porca put…” con il suo accento sardo. Meno male che c’era un bel po’ di neve.

GM – Ed infine, conclusa la carriera di giocatore, è iniziata quella di allenatore da secondo sulla panchina dell’ Asti Volley femminile e poi su quelle dell’ Hasta Volley e dell’Asti Kid, rispettivamente in serie B1 e C maschile. Infine l’approdo a Villafranca complice l’incontro con Domenico Fumero, presidente della P.G.S Stella Maris, avvenuto tramite il comune amico Davide Binello, ex compagno ai tempi della Santero. E c’è stata subito intesa a livello organizzativo.

EB – Purtroppo anche se dista solo 20 km da Asti è difficile coinvolgere giocatrici astigiane per venire a giocare a Villafranca, in più aggiungiamo la palestra limitatissima per fare campionati della federazione che ci obbligano ai campionati amatoriali. Ma ti garantisco che ci divertiamo ugualmente. Non mi importa tanto se chi ho davanti sono delle giocatrici professioniste oppure alla prima esperienza, l’importante è che veda in loro la voglia di fare, di migliorarsi e abbiano fiducia in quello che dico. Con la squadra attuale non vinceremo il campionato, l’importante è vedere progressi e miglioramento, anche lentamente, di partita in partita.

GM – Sorge a questo punto spontanea una domanda. Non hai rimpianti per non essere seduto sulla panchina di una società importante a livello di quelle che hai vissuto da giocatore?

EB – Nessun rimpianto. Chi tenta la carriera da allenatore lo deve fare da giovane o subito dopo la fine dell’attività sportiva perché la strada è molto lunga e piena di sacrifici. Io alleno perché ho la passione della pallavolo e mi piace trasmetterla agli altri spero nel migliore dei modi.

Una filosofia di gioco e di vita che ben si sposa con i dettami delle polisportive salesiane per i quali è importante lo sviluppo globale dei giovani, atleti per alcuni anni ma persone per sempre. Ed è molto importante che a Villafranca ad insegnare tutto ciò sia un grande campione ma soprattutto un’ottima persona come Edo Bonola che, con grande semplicità descrive il suo sogno nel cassetto attuale: vorrei vivere e stare bene fino a 100 anni per poter giocare ed allenare così come ora. Da trent’anni la P.G.S Stella Maris è faro e punto di riferimento, una “stella polare”, per i giovani che si avvicinano e si appassionano alla pallavolo. Ora a maggior ragione con Edo, la sua punta di diamante.

 


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